Silvia Curtoni Verza
Influencer letteraria del Settecento
1751-1835
Una vera figlia dello spirito settecentesco. Viaggiatrice e arcadica letterata. Infonde alla città una quieta aura illuminata che segnerà Verona per più di un cinquantennio. Dal prozio Scipione Maffei
, Silvia Curtoni Verza (1751 – 1835) eredita una propensione alla poesia e alle arti, una pulsione interiore che prende forma nelle stanze della sua “Grotta Magica”, il nome con cui il suo salotto letterario viene affettuosamente definito. Amici, poeti e scienziati, attratti dalle vivaci sale del palazzo Honorij, talvolta hanno l’onore di ascoltare Silvia recitare. Una donna, dunque, che si fa promotrice di cultura sullo sfondo di profondi mutamenti politici, osservando, sempre con riservata pacatezza, la sua Verona spaccata in due dalle occupazioni straniere.
Palazzo degli Honorij, 1794.
Una luce fioca si posava sulle tende del salone. Oltre le finestre, una nebbiolina celava i passanti che popolavano Piazza Bra. Un altro venerdì cominciava. Il palazzo si stava risvegliando. Gli specchi già lucidati dalle governanti riflettevano quei dipinti di scene campestri che si preparavano ad osservare la sala animarsi di presenze.
Monsieur Bienvenu sarebbe tornato per la sua dodicesima e ultima lezione di fisica e chimica, quella sera. Uno scambio tra cultura e scienza che aveva avuto enorme successo tra i frequentatori del salotto, uno stacco dai precedenti incontri letterari. Un peccato che l’amico Ippolito (Pindemonte) non fosse potuto venire, ma chissà, forse quell’estate Silvia avrebbe potuto invitare di nuovo il chimico.